Maxi sequestro di false bottiglie di Brunello di Montalcino. I Carabinieri del reparto operativo di Siena hanno sequestrato in Toscana, Umbria, Liguria e Lazio 30mila bottiglie che in realtà contenevano vino da tavola di scarsa qualità ma che riportavano le etichette del Brunello di Montalcino e di altre Docg toscane. Ma la falsificazione non si fermava al solo vino. Le bottiglie infatti accompagnate da documenti di accompagnamento e certificazioni (fascette e sigilli di Stato) contraffatti venivano poi commercializzate a un prezzo fino a 10 volte superiore all valore del vino con un danno per il settore vitivinicolo italiano stimato in centinaia di migliaia di euro.
Una vasta frode agroalimentare
L’operazione, che è ancora in corso in Toscana e in altre regioni del Centro–Nord – ha al centro una vasta frode agroalimentare nella vendita sia all’ingrosso che al dettaglio. Tra cantine, centri di imbottigliamento, supermercati ed enoteche sono stati sequestrati anche svariati ettolitri di vino sfuso pronto per essere commercializzato sui mercati internazionali.
Nel 2013 sequestrato vino per 31 milioni di euro
Dall’inizio della crisi, nel 2007 ad oggi – ha ricordato in una nota la Coldiretti – le frodi nel settore del vino sono raddoppiate. Nel solo 2013 sono stati sequestrati dai Nas vini ed alcolici per un valore di 31 milioni con 15 persone arrestate, 51 segnalate all’autorità giudiziaria e 267 all’autorità amministrativa. «Gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine – ha commentato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno».
Aziende del Brunello sono parte lesa
Tra le persone che risultano indagate non – viene precisato – vi è alcun coinvolgimento da parte dei produttori di Brunello e delle aziende di Montalcino che, anzi, potrebbero essere parte lesa. Ma anche senza coinvolgimenti diretti una nuova grana coinvolge la celebre etichetta toscana dopo l’inchiesta del 2008 che tanto clamore aveva suscitato soprattutto sui media (in particolare internazionali) e che si è chiusa esattamente un anno fa con il definitivo proscioglimento dell’unica persona che era stata rinviata a giudizio.
«I produttori e il territorio montalcinese – ha commentato il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – sono vittime di una frode gravissima, che tuttavia non deve lasciare alcuna ombra sulla nostra denominazione d’origine. Da anni attraverso la tracciabilità di ogni singola bottiglia e di periodici ed intensi controlli su tutta la filiera abbiamo fatto in modo che il consumatore e gli appassionati venissero sempre più tutelati. Il sequestro delle bottiglie non deve far passare in secondo piano ciò. Come ogni grande griffes internazionale siamo vittime naturali di tentativi di contraffazione. Siamo grati anzi all’autorità inquirente che con la sua attività ha fatto emergere questo tipo di comportamento delinquenziale che getta cattiva luce su sistema che invece è conosciuto a livello internazionale per la sua serietà e capacità di garantire elevatissimi controlli di qualità. Ovviamene, interpretando il sentimento di tutti i produttori ci costituiremo immediatamente parte civile verso chi ha condotto questa truffa».
Fonte: Sole 24 Ore
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-05-29/maxi-sequestro-falso-brunello-vino-tavola-venduto-come-griffe-114257.shtml?uuid=ABFJr8LB&refresh_ce=1