La notizia è di quelle che ha fatto il giro del mondo, almeno di quello enologico: oltre 30.000 bottiglie etichettate in maniera fraudolenta come Brunello di Montalcino, ma pare anche Chianti e altri vini di qualità, sono state sequestrate tra Toscana, Umbria, Liguria e Lazio dai Carabinieri del reparto operativo di Siena.
Il vino sequestrato, oltre a non trattarsi effettivamente di prodotto riconducibile alle denominazioni di cui si fregiava, è di scarsa qualità. Dopo essere stato imbottigliato veniva etichettato con false fascette con i sigilli di Stato e quindi commercializzato in Italia ed all’estero ad un prezzo dieci volte superiore al suo reale valore.
Le indagini sono ancora in corso, ma è stato calcolato che il danno arrecato al settore vitivinicolo italiano si aggirerebbe intorno a centinaia di migliaia di euro.
Dopo le già note vicende degli scorsi anni, in cui il Consorzio del Brunello di Montalcino si è trovato suo malgrado al centro di polemiche, questa è un’altra brutta situazione alla quale l’organizzazione di produttori ilcinesi si è sentita in dovere di dare un’immediata risposta.
“In merito al sequestro condotto dai Carabinieri del reparto operativo di Siena, ed in particolare alcune migliaia di false bottiglie di Brunello di Montalcino, – si legge in una nota ufficiale – il Presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino ha voluto sottolineare come, “anche se le indagini sono ancora in corso, mi sento di affermare senza alcun dubbio che i produttori e tutto il territorio montalcinese sono vittima di una frode gravissima, frode che non deve tuttavia lasciare alcuna ombra sulla nostra DOCG. Da anni attraverso la tracciabilità di ogni singola bottiglia e di periodici ed intensi controlli su tutta la filiera abbiamo fatto in modo che il consumatore e gli appassionati venissero sempre più tutelati. Il sequestro delle bottiglie non deve assolutamente far passare in secondo piano ciò. Come ogni grande griffes internazionale siamo vittime naturali di tentativi di contraffazione. Siamo grati anzi all’autorità inquirente che con la sua attività ha fatto emergere questo tipo di comportamento delinquenziale che getta cattiva luce su sistema che invece è conosciuto a livello internazionale per la sua serietà e capacità di garantire elevatissimi controlli di qualità. Ovviamene, interpretando il sentimento di tutti i produttori ci costituiremo immediatamente parte cive verso chi ha condotto questa truffa”.
Fonte http://www.cittadelvino.it/articolo.php?id=MTc4
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