I prodotti alimentari Made in Italy stra copiati nel resto del mondo. A confermarlo è Coldiretti che rende presente il fatto che tre prodotti italiani su quattro sono falsi creando notevoli danni non solo economici, ma anche di immagine.
Su questa linea si corre il rischio che prima o poi nelle tavole internazionali ci siano solo falsi Made in Italy e i consumatori non avranno più il piacere di assaporare prodotti autentici frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.
Le imitazioni dei nostri prodotti provengono soprattutto dagli USA, ma sono diffuse anche in Australia, in Sud America e nello stesso territorio europeo.
E così, i nomi dei nostri amati spaghetti e maccheroni vengono storpiati sulle confezioni, perdendo consonanti o cambiando vocali a seconda del paese imitatore in cui vengono venduti.
Tra i più conosciuti ritroviamo il nostro Prosecco che diventa “Perisecco”, oppure il Parmigiano Reggiano diventato “Parmesan”, e poi ancora quasi tutti i formaggi che riempiono le nostre tavole come il Grana Padano, il Provolone, la Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago e la Fontina.
Ma non è tutto: anche il prestigioso prosciutto San Daniele, le conserve con il pomodoro San Marzano e l’olio extravergine d’oliva sono stati oggetto di contraffazione con l’aggiunta di immagini e colori che richiamano l’Italia.
Ma questo perché accade? La diffusione della contraffazione a livello internazionale è “agevolata” dalla mancanza di chiarezza a livello nazionale dell’indicazione obbligatoria, in tutti i prodotti, della provenienza della materia prima in etichetta.
Si può fare ancora qualcosa per salvare i nostri prodotti alimentari Made in Italy, considerati un bene prezioso per tutto il mondo e per il quale vale ancora la pena impegnarci per preservare i sapori del nostro territorio.